Namouna mantenne fedelmente la promessa fatta.
Suo padre, uno dei più potenti sceicchi del deserto, possessore di mandrie immense e di veri tesori accumulati da secoli e secoli dai suoi avi, regalò al salvatore di sua figlia una somma tale da poter comperare non una, ma mezza dozzina di navi.
Finfin stette un mese ad Asdier Asgas, poi venne il giorno della partenza. Era ansioso di rivedere la Francia e di ritornare a Sant Enogat per abbracciare il suo protettore, il vecchio curato che lo aveva raccolto ed allevato.
Non potendo condurre con sé l’elefante, lo regalò a Namouna, quantunque provasse molto dolore a separarsi da quell’amico affezionato ed intelligente, che tante volte lo aveva salvato durante quelle lunghe corse attraverso l’Africa, ma si tenne Pompeo.
La traversata dell’Africa la compì felicemente e prese imbarco a Bona. Venti giorni dopo il nostro eroe rivedeva Sant Enogat e riabbracciava il bravo curato che tanto lo aveva pianto credendolo ormai morto.
Ora Giovanni Finfin, acquistato uno splendido bastimento, naviga per proprio conto assieme a Pompeo e quindici valorosi marinai.
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