– Vive ancora?
– Mi è stato detto che è morto.
– Aveva una figlia che si chiamava Ada?
– Sì, ma gli fu rapita daithugs indiani, né si udì più parlare di lei.
– Credete che si ancora viva?
– Non lo credo.
– Allora…
– Questo pirata c’inganna.
– Milord – disse il portoghese, alzando la testa e guardandolo in viso. – Se io giurassi sul mio onore che quanto vi ho detto è vero, mi credereste voi?
– Un pirata non ha onore – disse con disprezzo lord Guillonk.
Yanez impallidì e la sua mano corse al calcio di una pistola.
– Milord – disse con voce grave. – Se dinanzi non avessi lo zio di lady Marianna, a quest’ora avrei commesso un omicidio. È la quarta volta che io vi dono la vita, non dimenticatelo.
– Ebbene, parlate. Forse presterò fede alle vostre parole.
– Ripeto ciò che vi dissi poco fa. La Tigre della Malesia è qui per salvare un uomo ingiustamente condannato che ama Ada Corishant, vostra parente.
– Dov’è mia nipote?
– Ada Corishant si trova con la Tigre della Malesia.
– Dove?
– Non ve lo posso dire, ora.
– Perché?
– Perché voi sareste capaci di piombare su Sandokan e farlo prigioniero od ucciderlo. Promettete di lasciarlo partire libero per la sua isola ed io vi dirò dove si trova e ciò che sta facendo in questo momento.
– Questa promessa non uscirà mai dalle mie labbra – disse ilrajah , intervenendo. – È tempo che la Tigre della Malesia scompaia per sempre da questi mari, che per tanti anni ha insanguinato.
– E nemmeno dalle mie – aggiunse lord Guillonk. – Sono cinque anni che attendo la vendetta.
– Ebbene, signori, fatemi frustare, fatemi arrostire a lento fuoco, fatemi soffrire mille tormenti, dalla bocca di Yanez de Gomera non uscirà più sillaba. –
Mentre Yanez parlava, due indiani erano entrati dalla finestra e si erano silenziosamente avvicinati allo scrittoio. Pareva che non attendessero che un segnale per slanciarsi.
– Dunque? – disse ilrajah , dopo aver fatto un rapido cenno ai suoi uomini. – Dunque voi non parlerete?
– No, altezza – rispose Yanez con incrollabile fermezza.
– Ebbene, signore, io James Brooke,rajah di Sarawak, vi arresto! –
A quelle parole i due indiani si slanciarono sul portoghese che non si era accorto della loro presenza e lo rovesciarono, strappandogli le pistole.
– Miserabili! – gridò il prigioniero.
Con uno sforzo erculeo li atterrò, ma altri indiani balzarono nella stanza e prontamente lo legarono e lo imbavagliarono.
– Dobbiamo ucciderlo? – chiese il capo di quegli uomini, sguainando il suokriss .
– No – rispose ilrajah . – Quest’uomo deve farci delle rivelazioni.
– Parlerà? – chiese Guillonk.
– Subito, milord – rispose Brooke.
Ad un suo cenno un indiano uscì; poco dopo tornò recando sopra un vassoio d’argento una tazza colma di un’acqua verdognola.
– Che cos’è quella bevanda? – chiese il lord.
– Una limonata – disse ilrajah .
– Per che farne?
– Farà parlare il prigioniero.
– Ne dubito,rajah Brooke.
– Lo vedrete.
– Avete mescolato qualche veleno?
– Un po’ di oppio e alcune gocce diyouma .
– È una bevanda indiana?
– Sì, milord.
Due indiani, ad un suo cenno, levarono a Yanez il bavaglio, gli aprirono per forza la bocca e gli fecero inghiottire la limonata.
– State attento, milord – disse ilrajah . – Sapremo fra poco dove si nasconde la Tigre della Malesia.
Il prigioniero era stato nuovamente imbavagliato, malgrado i suoi morsi e le sue violenti scosse, perché con le sue grida non mettesse sottosopra gli invitati che continuavano a danzare e a bere nella sala vicina.
Dopo cinque minuti il suo viso, pallido per l’ira, cominciò a colorirsi ed i suoi occhi a risplendere come quelli di un serpente irritato. I suoi contorcimenti e i suoi sforzi scemarono a poco a poco, finché cessarono del tutto.
– Lasciatelo ridere – disse ilrajah .
Un indiano tornò a levare il bavaglio. Cosa strana: Yanez, che poco prima pareva in preda ad una collera furiosa, ora minacciava di scoppiare dalle risa!
Lord James Guillonk (seconda parte)
19 Novembre 2007 Di Lascia un commento
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