– Che tu abbia ragione? – gli chiese il portoghese. – O che si tratti d’un puro caso?
– Un caso molto sospetto, – rispose Sandokan. – Sono certo che ci seguono, per vedere se noi andiamo a gettare le ancore in qualche canale delle Sunderbunds.
– Che vogliano assalirci?…
– Nel fiume, non credo; in mare forse. Ciò però mi seccherebbe, quantunque abbia piena fiducia in Sambigliong.
– Dobbiamo sbarcare prima di giungere alla foce del fiume, – disse Tremal-Naik. – Khari dista dal mare molte leghe.
– Se potessi liberarmi di quei due spioni! – mormorò Sandokan. – Passeremo la notte a bordo e non sbarcheremo prima di domani mattina, cosí potremo meglio accertarci delle intenzioni di quei due velieri.
Sono risoluto a chiedere ai loro equipaggi delle spiegazioni, se questa sera si ancoreranno ancora presso di noi.
Fingiamo per ora di non occuparci di essi onde non metterli in sospetto e andiamo a prendere il thè. Ah! E la vedova?
– La lasceremo nel mio bungalow di Khari, – rispose Tremal-Naik. – Farà compagnia a Surama.
– La bajadera può esserci necessaria nelle Sunderbunds, – disse Yanez. – Preferisco condurla con noi.
Sandokan guardò il portoghese in certo modo, che questi arrossí come una fanciulla.
– Oh! Yanez, – disse ridendo. – Il tuo cuore avrebbe perdute le sue corazze?
– Invecchio, – rispose il portoghese, con aria imbarazzata.
– Eppure io credo che gli occhi di Surama ti faranno ritornare giovane.
– Bada, – disse Tremal-Naik. – Le donne indiane sono pericolose piú di quelle bianche. Sai con che cosa sono state create, secondo le nostre leggende?
– Io so che sono generalmente bellissime e che hanno degli occhi che bruciano il cuore, – rispose Yanez.
– Narrano le vecchie istorie che quando Twashtri creò il mondo, rimase molto perplesso nel creare la donna e dovette pensare a lungo, prima di scegliere gli elementi necessari per formarla. Ti avverto che parlo della donna indiana e non di quella bianca o gialla o malese.
– Udiamo, – disse Sandokan.
– Prese le rotondità della luna e la flessuosità del serpente, lo slancio della pianta rampicante e il tremolio della zolla erbosa, il fascino del rosaio, il colore vellutato della rosa e la leggerezza delle foglie; lo sguardo del capriuolo e la gaiezza folle del raggio di sole; il pianto delle nuvole, la timidezza della lepre e la vanità del pavone; la dolcezza del miele e la durezza del diamante; la crudeltà della tigre e la freddezza della neve; il cicaleccio della gazza e il tubare della tordella.
– Per Giove! – esclamò Yanez. – Che cosa ha preso ancora quel dio indiano?
– Mi pare che abbia fuso sufficienti materie ed elementi, – disse Sandokan. – Mio caro Yanez, le donne indiane hanno perfino un po’ della crudeltà delle tigri!…
– Noi siamo le tigri di Mompracem, – rispose il portoghese, ridendo. – Perché dovremmo o almeno dovrei io aver paura d’una fanciulla che ha… un po’ di pelle di tigre indiana?
Scoppiò in un’allegra risata, poi diventando improvvisamente serio, disse:
– Ci seguono sempre, Sandokan.
– Legrab ? Le scorgo: ma vedremo se domani galleggeranno ancora.
– Che cosa vuoi fare?
– Lo saprai questa sera, – rispose Sandokan con accento minaccioso. – Lascia che ci seguano per ora.
Ilpraho era uscito dal caos di navi e di barcacce che ingombravano il fiume, e veleggiava con sufficiente rapidità verso il basso corso.
Le duegrab lo seguivano sempre, a una distanza di tre o quattrocento passi l’una dall’altra, tenendosi verso la riva opposta.
Verso il tramonto, dopo esser passata dinanzi alla stazione dei piloti di Diamond-Harbour, laMarianna entrava in un ampio canale formato dalla riva e da un isolotto boscoso lungo qualche miglio.
Era il posto scelto da Tremal-Naik per sbarcare, trovandosi di fronte alla via che doveva condurli a Khari.
L’equipaggio aveva appena gettato le ancore, quando, verso l’estremità settentrionale del canale, si videro improvvisamente apparire le duegrab .
Sandokan, che si trovava in coperta, vedendole aveva corrugata la fronte.
– Ah! – diss’egli. – Ci seguono anche qui? Ebbene, vi darò il vostro conto. Artiglieri: smascherate i pezzi e gli altri ai posti di combattimento.
Offro battaglia!
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