Sandokan aveva fatto chiudere le due grandi vele, non conservando che un fiocco e faceva sondare il fondo ad ogni momento, onde la pinassa non si arenasse.
Tremal-Naik si era messo vicino al timoniere per indicargli la via da tenere.
Per venti minuti il veliero salí il fiume poi, dietro ordine di Tremal-Naik, s’accostò alla riva sinistra cacciandosi entro una piccola cala che era ombreggiata da immensi alberi, i quali intercettavano quasi completamente la luce.
– Ci fermeremo qui, – disse il bengalese a Sandokan. – Ci è facile nascondere la pinassa in mezzo ai paletuvieri dopo d’averla privata della sua alberatura e la jungla foltissima non è che due passi.
Nessuno potrà scoprirci.
– E la pagoda dei Thugs è lontana?
– Si trova a meno di un miglio.
– Sorge in mezzo alla jungla?
– Sulle rive d’uno stagno.
– Sirdar!
Il giovane si era affrettato ad avvicinarsi.
– È giunto il momento di agire, – disse Sandokan.
– Sono pronto,sahib .
– Noi abbiamo udito il tuo giuramento.
– Sirdar può essere diventato un miserabile, ma non mancherà alle promesse fatte.
– Qual è adunque il tuo piano?
– Io andrò da Suyodhana e gli narrerò che la pinassa è stata catturata da una banda d’uomini, che tutto l’equipaggio è stato distrutto e che io sono riuscito a salvarmi con infiniti stenti.
– Ti crederà?
– E perché no? Ha sempre avuto fiducia in me.
– E poi?
– M’informerò se Darma si trova ancora nei sotterranei e vi farò avvertire la sera in cui la bambina andrà a fare l’offerta del sangue dinanzi alla statua della dea. Siate pronti a piombare nella pagoda, e badate di non farvi scorgere.
– Come ci avvertirai?
– Se Surama è già giunta, ve la manderò.
– La conosci tu?
– Sí,sahib .
– E se non l’avessero ancora ricondotta a Rajmangal?
– Verrò io,sahib .
– Ordinariamente a che ora si fa l’offerta del sangue?
– Alla mezzanotte.
– È vero, – disse Tremal-Naik.
– Come potremo entrare inosservati nella pagoda? – chiese Sandokan.
– Scalando la cupola e scendendo per la fune che sostiene la grossa lampada, – disse Tremal-Naik. – Sussiste ancora quella fune, è vero, Sirdar?
– Sí,sahib . Sarà però cosa prudente che non entriate in troppi nella pagoda, – disse il giovane. – Lasciate il grosso della banda nascosto nella jungla e avvertite i vostri uomini di accorrere solamente quando udranno il suono delramsinga .
– Chi lo darà lo squillo?
– Io, signore, perché ci sarò anch’io nella pagoda, quando voi piomberete su Suyodhana.
– Sarà lui che condurrà Darma a fare l’offerta del sangue? – chiese Yanez che si era unito a loro.
– Sí, è sempre lui che presenzia quell’offerta.
– Va’, dunque – disse Sandokan. – Ricordati che se tu riuscirai a darci nelle nostre mani Darma e anche Surama, la tua fortuna è fatta e che se invece ci tradisci, noi non lasceremo le Sunderbunds senza avere la tua testa.
– Manterrò il giuramento che ho fatto, – disse Sirdar con voce solenne. – Io non sono piúthug ; torno bramino.
Prese una carabina che Kammamuri aveva portata, fece un gesto d’addio e balzò agilmente sulla riva, scomparendo ben presto fra le tenebre.
– Che riesca a farmi riavere la mia piccola Darma? – chiese Tremal-Naik con ansietà. – Che cosa ne dici Sandokan?
– Il giovane mi sembra non solo audace, bensí anche leale e credo che compirà la sua pericolosa missione senza esitare. Armiamoci di pazienza e disponiamo il campo.
I suoi uomini si erano già messi all’opera per nascondere la pinassa, levando le antenne, l’alberatura e tutte le sue manovre.
Scaricate le armi, parte delle munizioni, le casse dei viveri e le tende, scesero a terra e trascinarono il legno in mezzo ai paletuvieri entro i quali avevano già aperto, a colpi diparangs , un largo solco per cacciarvelo nel mezzo.
Ciò fatto, coprirono il ponte con ammassi di canne e di rami, in modo da nasconderlo completamente.
Frattanto Sandokan, Yanez e Tremal-Naik con un drappello di dayachi s’inoltrarono fino sul margine della jungla che cominciava subito dietro gli alberi che coprivano la riva, e stabilivano un posto avanzato, mentre Kammamuri e Sambigliong ne piantavano un altro lungo la costa occidentale per sorvegliare coloro che potevano venire dalle isole delle Sunderbunds.
Scopo principale però di quest’ultimo posto era d’impedire l’approdo almanti , nel caso che il vecchio fosse riuscito ad attraversare la laguna ed i canali su qualche zattera.
Alle due del mattino, disposti parecchi uomini di guardia a varie distanze per evitare qualunque sorpresa, i capi e buona parte dell’equipaggio s’addormentavano non ostante le urla lugubri degli sciacalli.
Nessun avvenimento turbò il sonno degli accampati.
Si avrebbe detto che l’isola, invece di essere abitata da un numero considerevole di Thugs, fosse deserta.
L’indomani, dopo il mezzodí, Tremal-Naik, Sandokan e Yanez che erano divorati da una vivissima impazienza, fecero una esplorazione nella jungla, accompagnati da Darma e da Punthy, spingendosi fino in vista della pagoda dei terribili seguaci di Kalí, ma senza incontrare anima viva.
Attesero la sera sperando di veder giungere Surama o Sirdar. Né l’una né l’altro però si fecero vivi, né ilmanti fu scorto approdare.
In quella notte udirono invece, a piú riprese, echeggiare in lontananza unramsinga .
Che cosa significavano quelle note che erano improntate d’una profonda melanconia e che suonavano un’arietta invernale([5]). Erano segnali trasmessi da uomini che sorvegliavano le jungle del continente od annunciavano qualche cerimonia religiosa?
Sandokan ed i suoi compagni, udendo quei suoni, avevano lasciate precipitosamente le tende, colla speranza che annunciassero l’arrivo di Sirdar, invece fu un’altra delusione.
Verso la mezzanotte le note acute della tromba cessarono completamente ed il silenzio tornò a piombare sulla tenebrosa jungla.
Anche il secondo giorno trascorse senza che nulla di nuovo fosse accaduto. Già Sandokan e Tremal-Naik, all’estremo dell’impazienza, avevano deciso di tentare nella notte una nuova esplorazione e di spingersi fino nell’interno della pagoda, quando verso il tramonto videro giungere a corsa precipitosa una delle sentinelle scaglionate nella jungla.
– Capitano, – disse il malese, – qualcuno s’avvicina. Ho scorto i bambú oscillare come se una persona cerchi d’aprirsi il passo.
– Sirdar forse? – chiesero ad una voce Sandokan e TremalNaik.
– Non ho potuto vederlo.
– Guidaci, – disse Yanez.
Presero le carabine ed i kriss e seguirono il malese insieme al signor de Lussac e a Darma.
Si erano appena inoltrati nella jungla quando scorsero le cime d’un gruppo di bambú altissimi a oscillare. Qualcuno, probabilmente una persona, si sforzava di aprirsi il passo.
– Circondiamola, – disse Sandokan sotto voce.
Stavano per separarsi, quando una voce armoniosa, a loro ben nota, disse:
– Buona sera,sahib ! Sirdar mi manda a voi.
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